Il Trekking nel Capo di Leuca

Tra terra e mare, camminare nel Capo di Leuca è un’esperienza unica. I sentieri, in qualsiasi stagione dell’anno, invitano a riflettere sulla storia dei luoghi e sulla natura.

La Marcia Verso Finibus Terrae

In marcia verso Finibusterrae
Tra la Terra Santa e Roma, tra Gerusalemme e il cuore dell’Europa, Santa Maria di Leuca è una tappa quasi obbligata. Al culmine del Salento proteso nel Mediterraneo, l’approdo di Leuca è sempre stato un crocevia di popoli, culture e religioni. La Via Francigena, nel Basso Salento, offre l’opportunità di attraversare storici e affascinanti luoghi di culto e sentieri che tagliano una natura selvaggia e incontaminata. Diverse associazioni organizzano e promuovono escursioni con guida (???citare Speleotrekking e Archès con numeri di telefono???), mentre è particolarmente attivo nella promozione della Via Francigena il Parco ecclesiale “Terre del Capo di Leuca – De Finibus Terrae”, che fa capo alla Basilica di Leuca (???inserire numero di telefono???).
Fra le mete più suggestive c’è senz’altro Leuca Piccola, ovvero la basilica di Santa Maria del Belvedere a Barbarano (frazione di Morciano di Leuca), una tappa obbligata dei pellegrini verso Finibusterrae che ancora oggi fa rivivere le emozioni del cammino verso Leuca. C’è poi il Santuario di Santa Marina, a Ruggiano (frazione di Salve), con la sua regale facciata e l’antistante pozzo miracoloso che respira di storia. E ancora i resti della chiesa di San Pietro a Giuliano (frazione di Castrignano del Capo) che risale all’anno 1000 con le sue labili tracce di affreschi.
A poco meno di un chilometro da Leuca, infine, c’è l’Erma Antica di Castrignano del Capo, un pilastrino in pietra con l’effigie dell’Angelo e una preghiera alla Vergine, realizzato nel 1753: distrutto in seguito a un incidente stradale, è stato ripristinato alcuni anni fa. Da qui partiva l’ultimo, commosso, sforzo dei pellegrini per raggiungere Finibusterrae, un ponte naturale tra Oriente e Occidente.

Lungo il Fiordo Primitivo

Per scoprire la natura selvaggia del Capo di Leuca un comodo e affascinante sentiero è quello che conduce da Gagliano del Capo al Ciolo, piccola località della costa orientale. Partendo da Gagliano, si imbocca prima via Novaglie e poi via Ciolo. Sulla strada c’è la Cappella della Madonna di Leuca, ultimo segno di civiltà prima di tuffarsi in un sentiero che per quasi quattro chilometri corre al fondo di un vero e proprio fiordo. Si cammina su un tracciato attrezzato con una staccionata in legno, stretti fra i due costoni rocciosi, mentre gli ulivi lasciano il passo alla macchia mediterranea, fra muretti a secco e piccole “pajare”. Il tratturo del Ciolo segue il fondo del canalone che nell’arco dei millenni ha scavato incessantemente la roccia con l’acqua diretta verso il mare. Un passo dopo l’altro muta il paesaggio e all’orizzonte si delinea il profondo blu del mare, annunciato da una piccola spiaggetta, ideale per la balneazione in estate, sormontata dal ponte su cui corre la litoranea.
Dal Ciolo (ma bisogna risalire sul piano stradale) inizia un altro spettacolare percorso, quello delle Cipolliane, che si snoda in un paesaggio mozzafiato a picco sul mare, dove lo sguardo spazia fino all’isola greca di Fanò. Il sentiero attrezzato, tra una “pajara” e una “mantagnata”, conduce al cospetto di un’enorme cavità naturale che si apre a 30 metri sul livello del mare: si tratta del complesso delle Cipolliane, grotta conosciuta e frequentata fin dal

Paleolitico e che ha restituito ciottoli che recano incise indecifrabili figure, strumenti in selce e ceramica protostorica.
I sentieri del Ciolo e delle Cipolliane sono soltanto due della rete di cammini disegnata dal Parco Naturale Regionale Costa Otranto – Santa Maria di Leuca – Bosco di Tricase (per conoscere i singoli percorsi trekking e ciclopercorsi consultare il sito www.parcootrantoleuca.it).

Il Ciolo è anche il ritrovo ideale degli amanti dello sport estremo e del free climbing: lungo le pareti del canalone, infatti, è possibile misurarsi in arrampicate sportive, a due passi dal mare, ma come se ci si trovasse in montagna.

Pedalando sull'Acqua

Finisce qui, a Santa Maria di Leuca, la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, una delle quattro ciclovie di interesse nazionale in fase di realizzazione con fondi governativi. In attesa che il progetto si realizzi, già ora è possibile percorrere l’intero tracciato seguendo la condotta storica dell’Acquedotto Pugliese che, attraverso il Canale principale (da Caposele a Villa Castelli) e il Grande Sifone Leccese, giunge fino a Leuca. Qui l’arrivo dell’acqua, un evento che strappò alla sete una intera regione di quattro milioni di abitanti, è celebrato con una grande cascata monumentale, realizzata nel 1939, oggi accesa solo in particolari occasioni. Pedalare sulla via dell’acqua nel Basso Salento offre l’occasione di attraversare uno straordinario paesaggio tra ulivi e stradine segnate da muretti a secco e “pajare”. Info su www.aqp.bike, il sito del Coordinamento dal Basso per la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese.

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